Noto solo adesso (maggio 2021) che il dissidio della nostra limitatezza logica (quantità-di informazione), per cui bisogna scegliere se interessarsi di un singolo o di tutta la società/genere-umano, il quale si esplicita anche nella statistica (alla base della politica e anche dell’economia) viene vissuto drammaticamente ogni giorno dal medico, che deve necessariamente interessarsi alla (salute/sopravvivenza) della singola persona (il “paziente”) dovendo applicare anche le sue conoscenze scientifiche (la “medicina scientifica” basata sulla statistica).
Uscendo dalla logica e abbandonandosi all’amore, il limite non c’è più [secondo la logica si sposta sulla limitatezza della nostra energia da dedicare agli altri]: l’amore non ci stacca (illogicamente) dalla sofferenza del singolo (il dramma esiste, ma solo dopo, quando si usa la mente, a mente fredda: si vorrebbe amare tutti).
E’ la sofferenza [la sofferenza di un singolo che sta perdendo la propria individualità], che ci porta oltre la singolarità/logicità/limite [[società/calcolo/evoluzione]], che si spalanca sull’infinito, ed è l’amore che ci porta all’infinito.
Quando poi i “dati epidemiologici” vengono applicati alla sofferenza psichica, sembra di avere le allucinazioni ([“dati epidemiologici” e “fattori di rischio” per il suicidio] e fa vedere quanto la scienza/medicina[-scientifica]
La matematica con gli ordini di infinito ci fa intuire che servirebbe una statistica “impossibile” con il singolo che vale infinito e la popolazione che vale infinito alla n. Ma non servirebbe a nulla, si tratta solo di logica o di intuizioni oltre la logica…
Queste note sono prese dal mio libro Miscellanea (www.mathforlife.net).