Opere ''leggere''

Il gioco dell’apparire. Indagine su tempo e bellezza.

Quattro copie identiche in gesso di una kore greca, tre delle quali truccate con cosmetici, parrucche e accessori vari. Un’opera che non ha nulla di concettuale, vuole essere puro divertimento, gioco. E quello che potrebbe sembrare espressione di futilità e vezzo si rivela invece essere una grande nostra libertà, ed un gesto capace di dimostrare come una fanciulla di 2500 anni fa possa trasformarsi in una ragazza da copertina di oggi, anzi in tante ragazze quante si vuole farla diventare. La possibilità che abbiamo di cambiarci, di trasformarci a nostro piacimento, ci affranca dall’essere sempre come ci ritroviamo ad essere e dimostra come attraverso l’arte del trucco e della cosmesi possiamo travalicare i secoli, possiamo trasformare delle linee classiche, una bellezza classica, in una ragazza all’ultima moda.

Questo ciclo di opere è costituito da una serie di lavori che non penetrano nell'essenza delle cose, che rifiutano a maggior ragione la definizione di ''concettuali'': divertimenti che stanno in superficie ma che colgono ed esprimono, forse meglio di altri, il vero senso dell'esistenza.

 

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