T^mn è il tensore dell’energia-quantità di moto della relatività einsteiniana. Esso è quell’ente matematico per mezzo del quale la fisica descrive l’evoluzione dell’universo. Anche le persone devono quindi essere espresse tramite T^mn.

La fisica non si spinge nella determinazione di T^mn fin dentro le persone, la demanda alle scienze biologiche.

L’insormontabile limitatezza umana di fronte all’esercizio della conoscenza, ben nota alla fisica nell’indagine dell’universo a noi esterno, viene confermata quando si affronta la complessità dell’essere vivente e rivela la sua totale impotenza nel comprendere la coscienza e l’intima natura umana.

Nella scienza (e nella tecnica che pervade le nostre esistenze) ci rendiamo conto di un grande vuoto, dell’assenza della persona umana.

Ed invece il fatto che le persone non si trovino in T^mn, che la natura umana sfugga al determinismo della logica, è una “scoperta meravigliosa”: ciò che di più meravigliosamente umano esista è la bellezza di non capire, è lo sgorgare della nostra umanità che ci pervade quando ci sciogliamo nel mare infinito del non capire; nelle relazioni con le persone, il sentirsi umanamente vicini senza capirsi. L’amore è quanto di più umano esista.